venerdì 18 maggio 2018

Il Piacere

3 maggio 2018

...e se parli di anarchismo e dei suoi valori e della sua storia, "è una cosa vecchia"; se aspetti il "nuovo", si fanno gran quartini di vino; se fai il corteo, "sei in pochi"; se sei in pochi, la meni a chi c'è sempre; se fai la musica, vuoi gli slogan; se non metti la musica, poi però gli slogan li devi lanciare te; se sei soddisfatto comunque, "te la conti e non vuoi parlare alla gggente"; se invece parli coi colleghi al bar in curva, "perdi tempo"; se aiuti lavoratori, non è abbastanza rivoluzionario; se organizzi con grande fatica scioperi e lotte, non volantini neanche e sospiri su facebook "guardando alla Francia"; se cerchi di essere un po' coerente denunciando che ogni dittatura è nostra nemica, "non si danno patenti d'anarchismo", però poi voti, collabori e chini la testa col padrone e i suoi amici; se pensi sia importante studiare e capire, salta fuori l'apatico sbragaverza verboso, spesso improbabile "iperclassista" da ceti alti o il "terribile vendicator" da slogan imparati a memoria...

....gira e rigira, il motivo della militanza non è la rivoluzione che non vedremo, ma è sempre questo: IL PIACERE, collettivo e personale, di fare cose che piacciono e ti interessano e in cui si crede.
Di appartenere ad una storia, di rivendicare un'identità irriducibile, di conoscere, e di sbattersi con piacere per questo.
In pochi, in tanti e da solo.

L'anarchismo non s'improvvisa, e resta la cosa più faticosa, bella e seria che c'è.

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