11 aprile 2018
Immancabilmente, si muovono gli USA e si torna a urlare pavlovianamente contro la guerra imperialista. Per carità, ci sta.
Ma facciamo un po' di chiarezza, provando a dare un senso alle parole:
gli USA si muovevano (male) anche prima; la Russia è una potenza
imperialista tale e quale da sempre, e in Siria ha contribuito a
combattere i curdi, unico riferimento degno in zona pur con le sue
contraddizioni; Assad è un assassino sanguinario e chi lo difende non ha
capito nulla di ciò che a parole (forse) dice; ma soprattutto, cari
antimperialisti a senso unico, in Siria la guerra c'è dal 2011, e
continua brutalmente anni di dittatura.
Sarebbe interessante
elencare le contraddizioni, gli ondeggiamenti e le omissioni, tipiche di
chi intende la politica esclusivamente come Potere, alleanze incrociate
e in base a visioni dicotomiche: sui curdi (prima osannati, poi
dimenticati, poi minimizzati, ora boh); sulla Palestina; sui regimi
medio-orientali (Saddam, Gheddafi, ecc).
Solo per stare in zona: se
ci allontanassimo in altre latitudini, vedi Maduro in Venezuela, Kim in
Corea Nord, ecc., sarebbe lo stesso.
Dell'ipocrisia dei nostri
governanti già sappiamo e sempre la combattiamo, ma come si fa ad
ergersi a strenui difensori della libertà "contro la polizia assassina" e
il “regime liberticida” nostrano, e poi giustificare ogni spietatezza
autoritaria e omicida in dimensioni di massa, come novelli Kissinger
strateghi della real-politik? Per cui in Siria, per stare sul pezzo, non
c’è stata alcuna genuina opposizione al potere, ma solo una manovra
destabilizzante imperialista contro un potere legittimo (?), per le
solite oscure mire economiche… che poi c’è pure del vero, ma così facendo
si riduce l’insubordinazione naturale degli individui alla mancanza di
libertà, ad inutile orpello pure un po’ fastidioso. Poi parlate magari
di “revisionismo storico” e “razzismo occidentale”, ignari forse che le
stesse categorie, da destra, potrebbero applicarle pure a tutti i
fenomeni storici a cui, giustamente, noi ci richiamiamo (uno per tutti:
la Resistenza). O, ancora, forse che solo le “nostre” sono rivoluzioni
(che per loro natura non sono per fortuna lineari, ma complesse e
contraddittorie) vere, e se le fanno altri, non hanno valore e al
massimo sono episodi ingenui?
Quanti intellettualini accecati dalle
loro teorie e dogmi da non capire che la realtà, a volte, è molto più
semplice e contraddittoria allo stesso tempo.
Altra domanda: quanti
arresti e morti deve avere sulla coscienza un potere per continuare a
dirsi “legittimo”? cos’è poi un potere “legittimo”?
Per cui, se
proprio dovete fare "tifo", fatelo per la squadra della vostra città,
qualunque sport vi interessi, ma non si può essere tifosi credibili
"contro la guerra" o “antifascisti” e poi tifare Putin, Kim, Assad, ecc.
(come Trump, Obama, Bush, ecc. : è la stessa cosa). La stessa ipocrisia
oscurantista di taluni antimperialisti è la stessa di chi oggi difende
il regime di Israele nella sua politica di spietato apartheid in
Palestina.
Anzi: il dubbio è che della guerra e della pace sotto
sotto vi interessi meno dell'appoggio di una parte, secondo abitudine, o
della critica (per altro giustificata) dell’altra.
Perché la guerra
è quella cosa sporca e orribile che va a braccetto con la dittatura, e
si circonda di autoritarismo, carcere, oppressione, morte. La guerra è
la massima negazione di quel concetto “borghese” che è la libertà, che
però tanto invocate a casa nostra.
Quindi il sottoscritto, per il
nulla che vale, vi dice da subito che come sempre e come può, sarà in
prima fila a denunciare l’ennesima guerra criminale come questa, ma
sceglierà complici e compagni tra chi fa della libertà il suo
riferimento esistenziale e politico, perché le battaglie strumentali e
rituali di chi non prova lo stesso sgomento di fronte ai vari
dittatorelli non mi interessano, non avendo la stessa etica umana,
libertaria e liberante dietro di se. Per me questo è antimperialismo.
Con buona pace di chi mi insulterà. Tanto poi molti che parlano sui
social, li vedo poco nella realtà. Con chi invece condivido tempo e
lotte, il confronto resta aperto.
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