lunedì 4 maggio 2020

Il 25 aprile nell'anno del Covid-19

26 aprile 2020

Oggi è il 26, di aprile.
Tre considerazioni al volo.
La prima, è che la data da sempre a sinistra e nella sfera individuale, serve a ripulirsi la coscienza: puoi appoggiare politici che tutto l'anno negano i valori della resistenza, puoi condurre una vita, sul lavoro e in famiglia, autoritaria, ma il 25 aprile siamo tutti partigiani e antifascisti...bah.
La seconda, che il revisionismo antistorico è strisciante e laido, ed è funzionale ad una politica che si appropria di ogni ricorrenza e simbolo, e le trasforma in qualcos'altro. Vedi Mattarella che porta una corona di fiori al Milite Ignoto, simbolo del nazionalismo che non c'entra proprio nulla; o, nel banale, Zaia, applaudito pure a sinistra ("esistono leghisti bravi!") per una lunga dichiarazione sulla resistenza in cui, fantastico, MAI cita partigiani e fascisti, e si limita, da vulgata naz-pop, a parlare di esercito invasore, tanto i tedeschi, si sa, stanno antipatici sempre: ma i fascisti c'erano e ci sono, facevano rappresaglie, torturavano, portavano i tedeschi a scannare in montagna uominidonnevecchibambini e a bruciare i paesi: c'erano ed erano italianissimi.
Sempre sulla scia dello stiamo uniti: ma anche no! Di miti aclassisti e pacificatori ne abbiamo piene le tasche. Se odiamo i fascisti è per quello che erano e hanno fatto realmente, per ciò che rappresentano.
Ringraziamo la sinistra istituzionale e i sindacati concertativi per questa situazione.
Infine, però, quest'anno senza poterlo festeggiare apertamente, ha evidenziato che per tanta tanta gente, il 25 aprile è davvero importante, e ieri lo abbiamo sentito più che altri anni proprio perchè non c'era. Come un amico sempre presente, e che quando non c'è ti accorgi che è proprio fondamentale.
Non dovrà più esserci un altro 25 aprile così...

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