lunedì 4 maggio 2020

A proposito della Bolivia

11 novembre 2019

È sempre più facile accodarci alle vulgate ricorrenti: si è simpatici, si evitano menate, critiche, offese.
A proposito della Bolivia, è facile accodarsi e fare il tifo: "golpedellacia" vs "trionfodellademocrazia": i "compagni" tifano la prima sennò si è servidegliamerikani, i borghesi la seconda tanto per loro non significa nulla.
Invece la realtà è più complessa, sempre.
A me fa paura ogni forma politica in cui gli eserciti hanno un qualsivoglia potere (sia esso venezuelano, russo, americano, cubano, italiano, cinese, islamico, kiribatese, ecc), e temo un bagno di sangue in Bolivia, come lo temo sempre e ovunque, non come chi vede barricata giusta/barricata sbagliata, repressione giusta/repressione sbagliata.
L'anarchismo è dottrina umanista, nel senso più vero, e da lì per fortuna non si schioda (o non dovrebbe). E al solito gli slogan non mi dicono nulla.
E' importante intendersi sulle parole: se si utilizzano certi termini e categorie, che abbiano un significato condiviso, non relativo a seconda della convenienza, sennò non ci si capisce, il giochino buoni/cattivi crolla.
Si parla molto di "golpe", e si utilizza il sistema valoriale democratico: non è il mio, ma facciamolo pure. E allora: è o non è "golpe" se un presidente, in un sistema presidenziale, cambia la Costituzione, fissa in tre il numero massimo dei mandati, e alla sua conclusione, decide che sono invece quattro? E se sottopone la sua decisione ad un referendum, e lo perde, e continua lo stesso a restare al potere, è o non è "golpe"? E se poi indice elezioni e improvvisamente si blocca il conteggio, per poi riapparire nettamente vincente, è "golpe" o no?
Se l'esercito interviene contro un Presidente, si parla di "golpe" (ci sta), perché in altre identiche situazioni invece lo schema è rovesciato tranquillamente?
Queste e altre contraddizioni (purtroppo non solo semantiche) le abbiamo evidenziate durante le primavere arabe, negli USA, coi curdi, con la Russia di Putin, in Venezuela e potremmo continuare.
Al solito, che diremmo se succedesse da noi?
Se il consenso popolare c'era realmente, non era possibile per il MAS presentare un'altra figura, invece di stravolgere le regole da loro stessi fissate per il solito leaderismo o l'uomo baciato dalla provvidenza di turno?
Adesso invece, per le consuete logiche ottuse di potere, dobbiamo solamente sperare che i militari non facciano ciò che sempre fanno, sotto qualsiasi sistema politico, nero, bianco, rosso o a pallini che sia: reprimere e uccidere.

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